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venerdì 23 marzo 2007

Wicca... Il Credo delle Streghe


IL CREDO DELLE STREGHE

Questo è il Credo delle Streghe come ce lo riporta Doreen Valiente, in esso sono riassunti tutti i principi a cui la stregoneria moderna, cioè la Wicca, si ispira. E’ una delle formule rituali di apertura del Sabba e tuttavia per il suo contenuto è anche molto di più per cui ogni aspirante strega o stregone è giusto che se la guardi bene.
In Essa è riassunto il comune principio della stregoneria di rispettare la ciclicità della natura e di operare in ogni ambito della vita in accordo con essa, prendendo la propria forza dagli elementi.

Ascoltate ora le parole delle streghe,
i segreti che nella notte abbiamo nascosto,
quando il era il sentiero del destino,
che ora ci porta nella luce al nostro posto.

Misteriosa acqua e misterioso fuoco,
la terra e l’aria in direzioni infinite,
che conosciamo nella loro segreta natura,
da essi bramiamo e prendiamo coraggio e quiete.

Il passare dell’inverno e della primavera,
la nascita e la rinascita di tutta la natura,
noi lo condividiamo con la vita universale,
gioiamo nel magico anello senza paura.

Quattro volte all’anno il Grande Sabba
ritorna, e le streghe sono viste allora
alla Vigilia di Maggio e all’antico Halloween,
danzando a Lammas e alla Candelora.

Quando giorno e notte sono uguali,
quando il sole è più alto e più basso all’orizzonte,
i quattro Sabba Minori sono celebrati
e di nuovo le streghe si ritrovano contente.

Tredici lune d’argento in un anno
per tredici volte alla Congrega si fa ritorno,
tredici volte all’Esbat siate felici,
per ciascun anno fiorente e un giorno.

Il potere era passato attraverso le ere,
ogni volta attraverso la donna e l’uomo tramandato,
ogni secolo all’altro secolo,
prima che il tempo fosse cominciato.

Quando il magico circolo è disegnato,
dalla spada o dall’athamè di potere,
la sua area tra due mondi giace
nella terra delle ombre per quelle ore.

Questo mondo non ha leggi che tu conosca,
e il mondo dell’Oltre nulla dirà,
i più antichi tra gli dei sono là invocati,
la Grande Opera magica si compirà.

Due sono le magiche colonne,
che alle porte del tempio sono erette,
e due i poteri della natura,
le forme e le forze divine e perfette.

Il buio e la luce in successione,
gli opposti ciascuno all’altro senza tormento,
svelati come un Dio e una Dea,
di questo i nostri avi facevano insegnamento.

Di notte è il selvaggio corridore del vento,
il Dio con le Corna, delle ombre signore,
di giorno Egli è il Re dei boschi,
delle verdi radure l’abitatore.

Lei è giovane o vecchia come le piace,
naviga nella sua barca le nuvole squarciate,
la splendente argentea signora della notte,
la vecchia rugosa che intesse nell’oscurità parole incantate.

Il Signore e la Signora della magia,
nel profondo della mente sembrano dimorare,
immortali e sempre rinnovati,
con il potere di liberare o legare.

Allora brindate con il buon vino degli antichi Dei,
e danzate e fate l’amore con la loro benedizione,
finché la bella terra di Elphane possa accoglierci,
in pace alla fine delle nostre ore.

E fai ciò che vuoi sia la sfida,
così nell’amore che non danneggia nessuno sia compiuto ogni atto,
perché questo è l’unico comandamento,
per la magia degli Antichi, così sia fatto!

Di otto parole la Regola delle Streghe per noi:
se non danneggia nessuno, fa cio’ che vuoi.

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