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lunedì 7 maggio 2007

Il Sogno... La Storia


Storia


Il sogno nella preistoria
Il sogno è un'attività del pensiero umano che ha interessato l'uomo fin dai primordi della civiltà. Il disegno a carboncino in una grotta dei Bisonti di Lascaux può essere considerato uno dei primo documenti scritti di un sogno. In questo documento l'autore disegna ciò che vede con la fantasia: l'uccisione del bisonte durante una battuta di caccia. Sicuramente è un sogno ad occhi aperti, disegnato a memoria; molto verosimilmente si tratta anche di un sogno notturno ricorrente.


L'epopea di Gilgamesh
La prima testimonianza scritta è riportata in uno dei primi libri prodotti dal genere umano, l'Epopea di Gilgamesh, composta intorno al 2000 AC su tavolette di creta asciugata al sole e rinvenute nella biblioteca di Assurbanipal, a Ninive nel 1852 (ma riconosciute solo nel 1870 dall' assiriologo inglese George Smith). Gilgamesh sogna di incontrare Enkidu, con il quale dapprima ingaggia una lotta, ma poi, riconosciutane la forza, lo porta davanti alla madre e lo adotta come gemello. Quando Gilgamesh racconta questo sogno alla madre Ninsun, lei lo interpreta in questo modo:

«Un compagno forte verrà da te, uno che può salvare la vita di un amico, egli è potente nella montagna, egli possiede la forza. La sua forza è così grande come quella del firmamento di An. Tu lo amerai come una moglie, e lo terrai stretto a te, ed egli avrà sempre cura della tua salute. Il tuo sogno è buono e favorevole.»

Come si vede, in questo caso l'interprete del sogno, la madre (la dea-sacerdotessa Rimat-Ninsun),fornisce un'interpretazione profetica del sogno.


Il sogno presso la civiltà dei Sumeri
In epoca sumerica troviamo il rituale dell'incubazione. Questa pratica richiedeva che un sognatore scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte sognando e andasse da un interprete a raccontare il sogno, che di solito rivelava una profezia.


La Bibbia e i sogni
La Bibbia riporta diversi sogni, dei quali il più noto è quello del faraone egizio che sogna sette vacche grasse e sette vacche magre: nessuno sa interpretare il sogno, finché non viene chiamato Giuseppe (Genesi 41,1-36). In questo sogno l'interpretazione è sempre di tipo profetico ma assume un carattere religioso: Giuseppe infatti pensa che la profezia provenga da Dio.Questo voler vedere un intervento divino in un fatto terreno, in termini etnologici si chiama diafania. La più bella diafania riportata nella Bibbia è un altro sogno, questa volta fatto da Mosè, che riguarda la descrizione che Dio fa di sé stesso: «Io Sono colui che è.»

Non è un sogno profetico - non necessita di interpretazioni - ma è rivelatore di una certa realtà sempre esistente ma mai vista così chiaramente. Un sogno di realtà in cui la realtà è una diafania, un voler vedere Dio in un roveto ardente e cercare di descriverlo ai figli di Israele. Il sogno di Dio è una diafania di Mosè. La concezione del sogno degli antichi israeliani è riportata nella Bibbia stessa: il sogno è un messaggio degli Dei (Numeri 12,6).


Il sogno presso i Greci
I Greci ripresero l'usanza dell'incubazione, andando in un bosco sacro od in una grotta, dove scavavano una buca, o recandosi presso un tempio di Esculapio. Lì si accocolavano e sognavano; in seguito consultavano l'interprete dei sogni. Le interpretazioni assumevano un ruolo di cura e guida spirituale. Tra gli interpreti ve ne erano di famosi, come Artemidoro di Daldi, forse il primo a scrivere un libro intitolato L'interpretazione dei sogni. Questo libro è un mero elenco di sogni e di interpretazioni arbitarie, senza carattere scientifico.
Le interpretazioni fornite da Artemidoro e altri furono tramandate di generazione in generazione. Il primo a riprendere in mano l'argomento in epoca moderna fu Sigmund Freud, che pubblicò a sua volta nel 1899 la sua Interpretazione dei Sogni, un testo fondamentale nella storia del pensiero.
Inoltre sono testimoniate antiche forme di esorcismo utili a liberarsi da sogni angosciosi, come la purificazione attraverso l'uso dell'acqua, il sacrificio agli dei oppure il racconto della visione alla luce del sole.


Il sogno secondo Sigmund Freud
Secondo Freud il sogno è la via maestra per esplorare l'inconscio, un mezzo per osservare le fantasie rimosse dall'area della coscienza durante il giorno, ma che vengono rappresentate come in una specie di teatro durante la notte. I due meccanismi principali che sono deputati alla trasformazione e rappresentazione del materiale onirico sono lo spostamento (di oggetto rappresentato) e la condensazione (una crasi di temi e simbolismi). Questo permette al mattino di ricordare, per un certo tempo, immagini mentali e relative emozioni, normalmente censurate.Con Freud l'interpretazione dei sogni diventa parte fondamentale di una nuova scienza dell'inconscio, la psicoanalisi. Gli psicoanalisti imparano a interpretare i sogni dopo un lunghissimo periodo di analisi, detto training.


Critiche interne alla psicoanalisi alle concezioni freudiane del sogno
Oggi anche molti psicoanalisti trovano discutibili alcuni punti delle teorie di Freud. Raramente infatti i sogni riguardano la soddisfazione dei desideri, come in parte originariamente teorizzato da Freud: essi possono aiutare a ricostruire alcuni processi intrapsichici più ampi, mettondo in luce aspetti endopsichici conflittuali o strutturali, e possono assumere un ruolo importante nella guida interiore del soggetto per la propria reintegrazione psichica.

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