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venerdì 20 aprile 2007

Vampiri... Il sangue


Il patto di sangue


Il patto di sangue ha lo scopo di far sì che i contraenti partecipino alla stessa natura. Mischiare il sangue vuol dire - simbolicamente - entrare in un rapporto di parentela, in un rapporto "di sangue" - appunto - con l'altro. Il rito viene utilizato proprio lì dove si richiede la lealtà di coloro che aderiscono all'accordo nel momento in cui il rispetto del patto non può essere garantito da norme giuridiche 1) o perché non esiste un sistema giuridico di riferimento, 2) oppure perché il patto è di natura criminale o comunque illegittima e quindi non può avere l'avallo della legge 3) o ancora perché ha per oggetto tipi di rapporti e di relazioni inerenti ad ambiti per cui la legge non prevede una regolamentazione. Il patto di sangue ha anche un'altra valenza simbolica: come tutte le parentele, si estingue solo con la morte. Quindi dai contraenti si richiede fedeltà eterna, vita natural durante.


La calunnia del sangue


Nell'anno 1144 si ha il primo caso di correlazione fra ebrei e sangue: a Norvich in Inghilterra si iniziò ad accusare gli ebrei di assassinare i bambini cristiani. Questo fu soltanto l'inizio. Tali accuse si sono ripetute in altre epoce ed in altri luoghi (a Wurzburg in Germania, nel 1147; a Blois, in Francia, nel 1171; ancora in Francia, a Bray sur Seine, nel 1191) fino a dar vita alla così detta "calunnia del sangue". Su questo tema sono stati pubblicati centinaia di libri e di articoli e l'Inghilterra venera ancora un bambino portato agli onori della santità: ritenuto martirizzato da ebrei assetati di sangue. L'accusa mossa agli ebrei era la convinzione che gli ebrei usassero il sangue dei bambini cristiani per preparare il pane azzimo della Pasqua. Per tutti coloro che si sono presi la briga di compiere anche soltanto una piccolissima ricerca in merito, tale accusa è totalmente priva di fondamento. La legge mosaica vieta espressamente di cibarsi di alimenti che contengano sangue, perfino di animali, motivo per cui le carni vengono macellate in modi particolari e lavate. Anche in qusto caso quindi, dobbiamo accusare l'ignoranza e la propaganda che, come nel caso di vampiri e streghe, hanno portato lutti, accuse e persecuzioni.


Il legame fra il sangue e la vita


Una teoria tra le mura del monastero di Lione Il mistero che lega il vampirismo al sangue, in un abbraccio quasi magico, indissolubile, rappresenta un campo d'indagine molto attraente per chi si occupa delle creature della notte, o per chi, semplicemente, ne è affascinato. Vi sono importanti riferimenti già nelle Sacre Scritture sul nesso tra sangue e vita. Nel Levitico, ove si enunciano i rituali e i sacrifici secondo l'antica religione veterotestamentaria, è scritto: - Il Signore disse a Mosè:" Questa è la prescrizione perenne per le vostre generazioni: non dovrete mangiare né grasso né sangue. Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull'altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita. - Come è facile intuire, questa proibizione assoluta di nutrirsi del sangue è in aperto contrasto con quanto si sa essere caratteristico del vampirismo. Il passo biblico più famoso, però, è tratto dal Genesi e si riferisce ovviamente a Caino e Abele. Oltre ad essere suggestivo, questo passo mostra una cosa molto interessante per l'argomento che stiamo trattando: - Il Signore disse a Caino: " Dov'è tuo fratello Abele?" Egli rispose: " Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?" Allora il Signore disse a Caino: " Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello"…Disse Caino al Signore: " Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci e io mi dovrò nascondere lontano da Te; e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere". Ma il Signore gli disse: " Però chiunque ti ucciderà subirà la vendetta sette volte!" E impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque lo avesse incontrato". - Il suolo ha bevuto il sangue di Abele per opera della mano di Caino. E la voce del sangue grida dal suolo. Sono due passaggi estremamente interessanti. Tanto è considerato il sangue depositario del segreto della vita, da aver la capacità di "gridare" dal suolo, ovvero di testimoniare la propria sorte e di chiedere il giusto riscatto. Ma come è possibile che si dia tanta importanza ad un elemento corporeo quale è il sangue? La Bibbia non chiarisce in maniera esplicita questo mistero, molto probabilmente perché è un mistero e in quanto tale non va diffuso: non ve n'è bisogno alla luce della legge divulgata da Mosè. Molto di più si dice nel Nuovo Testamento: il sangue dell'Agnello ha la capacità di mondare tutti i peccati e questo perché il sangue è la vita. Si tratta però di una vitalità, quella del sangue, che deve in qualche modo connettere le capacità dell'anima a quelle del corpo di modo che esse possano essere manifeste attraverso la carne. Il sangue sarebbe, quindi, una linfa vitale con proprietà misteriose che vanno ben al di là da semplici questioni chimico - fisiologiche. La capacità stessa del sangue di mondare dai peccati o più semplicemente di essere mezzo di espiazione, è presente in altre culture. Non allontanandoci dal Medio Oriente, possiamo osservare come presso i popoli mesopotamici venissero praticati rituali di espiazione basati sul sangue. Sono noti, cambiando continente, i sacrifici umani compiuti dalle civiltà precolombiane, basati anch'essi sulla ritualità del sangue; ed è nota anche l'usanza, diffusa in ogni parte del mondo antico, ed ancora presente in qualche luogo in cui sopravvivono tribù ancestrali, di bere il sangue del nemico ucciso in battaglia per espiare la propria colpa e far rivivere, attraverso il proprio corpo e la propria anima, la forza vitale del defunto. Ho aperto questa parentesi, in modo superficiale, per citare questioni arcinote e delle quali non è nostra intenzione occuparci. L'intento era quello di sottolineare come la vitalità del sangue sia sempre stata presa in considerazione nell'antichità come un dato di fatto, acquisito e naturale, per quanto misterioso. E' invece nostro fine quello di parlare di una teoria che riteniamo piuttosto interessante a proposito dell'argomento: una teoria meno nota e non rintracciabile in testi ufficiali ed esoterici.
Nell'antico monastero di Lione pare essere ubicata la sede di una delle scuole esoteriche più importanti del mondo: "La Scuola della trascendenza e dell'universale". A capo di questa strana scuola, o setta, come direbbero alcuni, si dice esserci una leggendaria figura dell'esoterismo mondiale. Celato sotto lo pseudonimo di Kabaleb si nasconderebbe un uomo dai misteriosi poteri e dalla incredibile sapienza. Si dice anche che costui sia in vita da più di centocinquant'anni. L'occupazione di questa enigmatica figura sarebbe quella di divulgare a coloro che fanno parte della sua "scuola", le sue dottrine, sotto forma di libelli. Questi libelli sarebbero poi distribuiti nel mondo sempre nel numero di mille copie, né una di più né una di meno, in lingua francese. Pare che sia consentita la traduzione in un'altra lingua per una copia soltanto e ad esclusivo uso dei maestri nei relativi paesi. Tutta questa storia sembra essere assolutamente inverosimile, e probabilmente è così. Però c'è qualcosa di vero in tutto questo: i libelli. Chi vi scrive ne ha avuto tra le mani una copia in francese e ha, com'è ovvio, avuto modo di leggerla interamente. Si parla di moltissime cose in quel libello, però a noi ne interessa una in particolare: il sangue. Secondo l'enigmatico vegliardo di Lione, l'uomo sarebbe costituito da tre corpi differenti, tutti collegati tra loro: il corpo fisico, il corpo dei desideri e il corpo del pensiero. Tutti e tre questi corpi sono materiali poiché, secondo l'antico maestro, anche lo spirito è materia, così come, ad esempio, anche gli angeli sarebbero costituiti di materia. Si tratta di una materia più "rarefatta", ma pur sempre di materia si tratta. Ecco quindi che la tradizionale triade di corpo anima e spirito viene risolta in corpo visibile, del desiderio e del pensiero. Cosa collega il tutto? Il sangue naturalmente. Il sangue è il fiume della vita: esso collega l'anima allo spirito e al corpo visibile e più pesante. In esso si convogliano tutte le esperienze fisiche, i desideri e i pensieri che l'ente uomo vive. In esso, in pratica, si condensa tutta la vita. Perdere sangue, infatti, è considerata una perdita di un certo rilievo: è come perdere una parte di se stessi. Se riflettiamo un istante potremo ricordarci come in alcune sette non è consentito scambiarsi il sangue perché considerato un patrimonio assolutamente soggettivo. Il sangue è ciò che consente al corpo fisico di convogliare tutte le sue esperienze all'interno del corpo dei desideri, più leggero, prima della propria dissoluzione. A sua volta, nell'ascesi, il corpo dei desideri dovrà convogliare, attraverso la propria entità materiale sanguigna, le proprie esperienze al corpo ancora più sottile e più puro, ossia quello detto del pensiero, ma possiamo chiamarlo anche spirituale. Privare qualcuno del sangue è considerato un sacrilegio. Ne possiamo quanto meno intuire il perché da quanto si è detto. In effetti se qualcuno venisse dissanguato, stando a quanto riferisce questa teoria, perderebbe totalmente o quasi, il proprio bagaglio esperienziale, la propria sapienza, il proprio vissuto. In altre parole, verrebbe recisa quella possibilità di sviluppo e di evoluzione di quella creatura, le verrebbero tarpate le ali. Infatti, per l'antico maestro, lo scopo dell'esistenza è l'evoluzione e il progresso continui: solo questo onorerebbe la creazione; ecco perché privare qualcuno del sangue sarebbe un sacrilegio. Ed ecco anche perché questa pratica è molto diffusa in alcune sette sataniche. Personalmente trovo queste teorie davvero affascinanti: esse spiegherebbero come mai sin dall'antichità il sangue sia stato considerato in un certo modo. Tornando al vampirismo, mi vien da sorridere pensando a quanto blasfemi i vampiri possano essere considerati a Lione! Il vampiro sarebbe il male che più di ogni altro andrebbe combattuto ed estirpato. Chissà se a Lione credono ai vampiri? Secondo voi?


Il sangue in cucina secondo i concetti religiosi


La chiesa, ma quasi tutte le religioni hanno da sempre influito anche sui regimi alimentari e quindi sulla cucina.I periodi di digiuno sono da derivare in buona misura dal pensiero che era alla base delle teorie umorali della medicina greca e medioevale.La dottrina cristiana durante il collasso dell'impero romano aveva già adottato e quindi mantenne alcuni atteggiamenti già parte del bagaglio di altre religioni.Per le religioni infatti vi sono cibi considerati "puliti" o "puri" ed altri, ovviamente, sporchi ed impuri; prendendo in considerazione la religione cristiana bisogna tenere presente la forte influenza della religione ebraica. Il sangue nel pensiero ebraico rappresenta l'anima di un essere vivente: quando venivano sacrificati gli animali a Dio erano infatti riservati il sangue ed il grasso.E' quindi pressoche impensabile che un cibo "puro" per il consumo alimentare umano possa contenere un elemento riservato a Dio.Le carni destinate all'alimentazione dei fedeli dovevano essere, per essere "kosher" secondo la religione ebraica, del tutto private di ogni traccia di sangue.Il successivo passo dei teologi fu quello di individuare nell'assunzione di cibi "puri" un modo per avvicinarsi a Dio, la possibilità di rendersi ben accetti da Dio, ecc. Isidoro di Siviglia i primi del 600 esprimeva come fatto scientifico che il mangiare carne generasse il "piacere della carne" dichiarando che l'ingestione di tale alimento surriscaldasse il corpo che quindi poi fosse spinto ad ogni sorta di vizio. I cibi contenti Sangue venivano indicati come portatori verso comportamenti lussuriosi ed ad altri eccessi anche per Galeno, era quindi ovvio che il buon cristiano rifuggisse da tali tentazioni. E' quindi facile comprendere come la figura del vampiro potesse essere tanto demonizzata: non soltanto uccideva, molti assassini venivano condannati a morte o imprigionati ma non certo perseguiti con tanto fanatismo e ferocia; ma si nutriva di sangue.Si cibava di un elemento riservato a Dio, di un elemento considerato nonostante tutto nei meandri delle coscienze: l'anima degli esseri viventi.Per questo forse se si fosse dovuto "creare" l'essere umano malvagio per antonomasia si sarebbe pensato al vampiro, un essere che sottraeva qualcosa dovuto a Dio.

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