buongiorno_mondo by mondoglitter.it

Evanescence - Sweet Sacrifice

Evanescence - Lithium

venerdì 20 aprile 2007

Vampiri... Ombra di un trapassato...


I Revenants

Termine francese che significa letteralmente "ritornante" o fantasma, ombra di un trapassato; ironicamente si può trattare di persona, assai nota, che riappare dopo una lunga assenza dalla scena pubblica. Tradizionalmente tale termine venne associato ai vampiri da Augustin Calmet nella sua famosissima dissertazione. La tradizione del revenant è quindi legata al ritorno dalla morte dei corpi dei defunti, esseri forse privi di ogni scintilla di intelligenza ma guidati soltanto dal bisogno primario di cibo, sorte di zombie. Calmet raccolse nel suo tomo tutte le testimonianze e le leggende sui vampiri (denominati revenants, spettri che ritornano), cercando anche di dare spiegazioni razionali ai fenomeni: morti apparenti, differenti gradi di decomposizione, e altre ancora. La spiegazione che però l'abate proponeva più spesso era quella soprannaturale: i vampiri erano, infatti, considerati da Calmet dei veri e propri demoni, che conservavano dopo la morte una vera esistenza. Essi erano in grado di uscire dalle bare attraverso dei fori praticati sulla bara, probabilmente smaterializzandosi e rimaterializzandosi, e quindi andavano tra i vivi in caccia del sangue necessario per proseguire la loro immonda esistenza. L'idea era che è nella carne umana che risiede la vita e così il morto, per poter diventare un revenants, doveva cibarsi di essa!


Goethe ed i vampiri

Verso la fine del 1700 nella borbonica e funerea Sicilia si verificarono casi di vampirismo. In quegli stessi anni il poeta Johann Wolfgang Goethe si aggirava per l’isola in cerca di ispirazione per quell’autentica sinfonia del bene e del male che sarà il Faust. Pura casualità? No, visto che Goethe incontrò a Palermo uno strano barone, tale Federigo Bosconero, dell’antica casata dei Bosconero, che si rivelerà essere un figlio di Satana, e dunque un vampiro, in lotta con il fratello per la conquista del titolo di arcivampiro, suprema carica tra le forze del Male. Questa esperienza terrificante, che segnò l’esistenza del poeta tedesco e lo spinse a comporre il Faust, non venne mai svelata. Solo il recente ritrovamento di un manoscritto attribuito a Goethe ha riportato alla luce la verità: una lunga confessione in cui il genio tedesco racconta il tremendo incubo vissuto in prima persona in Sicilia nel 1787. L’eterna notte dei Bosconero di Flavio Santi dà voce a tutto questo: casi di vampirismo in Sicilia, catene di omicidi truculenti, misteri ed enigmi, che lentamente e inesorabilmente si schiudono agli occhi e alle orecchie di un incredulo Goethe. “La vita vive nel sangue” diventerà il refrain, ipnotico e terribile, dell’esperienza siciliana, e vi condurrà a un finale sorprendente. Dove scoprirete il mistero dei misteri, l’indicibile per eccellenza, l’innominabile. I vampiri non sono più un’esclusiva delle terre nordiche e orientali: anche la Sicilia è popolata di questi esseri, e in una Palermo fosca e cupa essi uccidono senza pietà, per poi darsi ritrovo sulla cima più alta, il monte Pellegrino, in un devastante sabba finale.



Morso, sangue, mele e punizioni divine


Verrebbe subito da pensare all'antica questione "E' nato prima l'uovo o la gallina?" qui non credo vi siano molti dubbi sicuramente è nato prima il desiderio del sangue, o meglio il vampirismo è più legato al sangue che al morso. Questo concetto potrebbe risultare scontato, anche se forse il procedimento di arrivo a questa comprensione non è proprio comprensibilissimo; molto di questo pensiero è dovuto all'istruzione e ai valori religiosi che ci sono stati inculcati. Fin dalle origini delle nostre culture il sangue, lo si vede in moltissimi articoli riportati in questo stesso portale, ha avuto per l'essere umano un'importanza unica e di origine divina. Al sangue in quasi tutte le religioni è stata data una valenza di anima, sotto questa luce possiamo vedere la nascita, originale, del vampirismo come un "incidente" ed una maledizione. Il primo vampiro potrebbe essere stato un essere umano che, dopo essersi appropriato di un qualcosa di divino: il sangue appunto della propria vittima ed abbia subito poi la maledizione divina che lo abbia dannato al punto di vivere eternamente con la condanna di procurare morte. Questa teoria però fa acqua su un punto: se per tutte le religioni la divinità non accetta che l'uomo uccida il suo simile, non si capisce perchè abbia dato proprio ad un assassino la condanna di uccidere ancora. E' credibilissimo che l'essere che si fosse macchiato di un tale crimine, riconducibile come gravità soltanto a quello di Adamo ed Eva dell'aver mangiato il frutto della conoscenza del bene e del male, fose gettato nell'oscurità. Che non potesse più sopportare la luce del sole o dell'acqua pura o del fuoco, tutti simboli divini. Questa ultima considerazione però è stata particolarmente resa importante in tempi recenti molte leggende infatti non relegano il vampiro nella notte. Notiamo anche una notevole similitudine fra il peccato originale e l'atto di bere sangue del vampiro: se il sangue contiene l'anima e l'essenza di un essere umano e della sua ascendenza, il vampiro è come se si nutrisse della "conoscenza". Le "punizioni" divine sono state narrate sin dagli albori ma erano l'allontanamento dalla vista della divinità, Adamo ed Eva scacciati dal giardino dell'Eden, Lucifero scagliato negli inferi ed il vampiro? Al vampiro fu data la notte, l'oscurità. Come l'essere umano fu dotato di capacità di decisione del bene o del male, scegliendo però l'amoralità, qui i paragoni con Adamo ed Eva si fanno molto stretti come loro morsero la mela per avere la conoscenza anche il vampiro "morde" le sue vittime. Il sangue viene visto come tramite di conoscenza proprio come il frutto proibito, un perpetrarsi del peccato originale, ed è questo che sfugge dell'intima essenza del vampiro il fatto della condanna alla ripetizione della propria dannazione. La dinità che ha "punito" non interviene per fermare questo circolo perverso di iniquità, soltanto il vampiro stesso potrebbe fermarsi, commettendo un ulteriore "peccato" il togliersi la vita.L'intera esistenza del vampiro è un abominio secondo tutte le credenze religiose, almeno quelle monoteistiche derivanti dalla Bibbia. Una ulteriore idea potrebbe essere quella dell'intervento del demonio ad un certo punto della vicenda, esso potrebbe aver "interferito" impedendo la distruzione di un tale essere per mano divina, che gli avrebbe "concesso" di vivere in spregio alla divinità. Nulla nella mitologia e nei miti relativi alla figura del vampiro, di nessuna cultura, lo vede come un essere positivo: da sempre esso è visto come entità negativa e contrapposta al divino.

Nessun commento: