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Evanescence - Sweet Sacrifice

Evanescence - Lithium

giovedì 19 aprile 2007

Angeli... Sognare...


"Lo spirito liberato"


Ippocrate diceva che, mentre il corpo dorme, l’anima è in grado di recarsi in tutti i luoghi dove il corpo potrebbe andare da sveglio. Il nostro spirito, durante la veglia, è chiuso nel corpo come in una prigione. Trattenuto e costretto entro i limiti di una logica tradizionale finisce per aderire alla realtà documentabile della mente, ma si arresta davanti all’inconoscibile.Già prima di Freud gli antichi sapevano che, durante il riposo del corpo, lo spirito, liberato da qualsiasi legame materiale, era in grado di comunicare con il mondo soprannaturale. Attraverso la porta del sonno si riflettono, come in uno specchio, gli accadimenti futuri, prendendo forma di immagini oniriche. Queste visioni, che si presentano spesso senza alcuna concatenazione logica tra di loro (o per lo meno la mente razionale non l’afferra), nel sogno acquistano una logica sbalorditiva, quasi esistesse una ragione del sogno. Fin dai tempi più remoti si è tentato di fornire una spiegazione di questi fenomeni, creando una scienza detta comunemente “oniromanzia” (divinazione, -manzia; attraverso i sogni, oniro-).Apparentemente le interpretazioni degli antichi (per esempio, Artemidoro) sembrerebbero divergere da quelle moderne di Freud. Quelli credevano alla possibilità di una rivelazione del futuro, quest’ultimo all’individuazione di pulsioni inferiori rifiutate dalla coscienza. In realtà, il distacco è meno evidente.Il sogno, per Artemidoro, “dice il vero”. Ma anche per Freud è così: non è un futuro obbiettivo ma è pur sempre una realtà permanente e soggettiva. E poi, il sogno rivelerebbe la capacità di captare lievi segni premonitori, che sfuggono all’osservazione dell’individuo sveglio. In un certo senso, anche per Freud i sogni fornirebbero una specie di “pronostico”. E scrive: “Ho dovuto rendermi conto che si tratta, anche qui, di uno dei quei casi non rari, in cui un’antichissima credenza popolare, tenacemente conservatasi, sembra essersi avvicinata alla verità delle cose più del giudizio della scienza che vive attualmente”.Inoltre, anche l’accentuazione degli elementi egoistici (per la psicanalisi, il ritorno al narcisismo della prima infanzia) è già presente in Artemidoro: egli condanna la realizzazione dei “desideri irragionevoli”, frutto appunto di “atteggiamenti grossolani” e di egoismo. Così scrive nel II secolo d.c.:“Voi crederete che l’universale ragione dei sogni allegorici sia facilmente individuabile con una semplice interpretazione. E’ questo un gravissimo errore. Sappiate che molto spesso, per aver presto alla lettera un sogno, taluno dovette subire in seguito fatti diametralmente opposti agli attesi, con grave suo disappunto e imbarazzo”. E aggiunge:“Tanto per chi fa il sogno quanto per chi lo interpreta è vantaggioso, anzi non solo vantaggioso ma necessario, che l’interprete conosca chi è il soggetto sognante, sappia cosa fa, qual è la sua origine e quali le sue possibilità economiche, come sta di salute e quanti anni ha. E occorre pure investigare accuratamente il contenuto stesso del sogno”.Con Artemidoro e Freud, non possiamo non ricordare Jung: la sua concezione dell’Inconscio Collettivo come Oceano di energie psichiche è molto vicina a quella che gli Ermetici chiamano la Regione degli Archetipi, in cui risiedono le idee della Vita e delle Forme. Nella sua opera troviamo la fusione tra Scienza e Spiritualità; in sintesi, Jung sostiene che l’Inconscio, attraverso il sogno, è capace di indicare una direzione verso la realizzazione di un obiettivo e di rivelare il valore di un’idea positiva di portata vitale con forza ben superiore ai corrispondenti abbozzi del Conscio.


La Sincronicità
Con l’accenno a Jung possiamo introdurre il concetto di Sincronicità: un concetto fatto “proprio” da diversi movimenti di pensiero, tra i quali la New Age. Come nacque e cos’è dunque la Sincronicità? Jung era deciso a scoprire il meccanismo degli eventi paranormali e il loro rapporto con la psiche ed era convinto che esistesse un piano di realtà ancora sfuggente, ma la cui comprensione ci avrebbe aiutati a capire meglio noi stessi. Partendo da questa base, lo psichiatra osservò, sulla scia di precedenti studiosi, che spesso le cosiddette coincidenze rivelavano una loro ragion d’essere, come se gli accadimenti si accordassero in modo sensato. Jung definì significative tali coincidenze e chiamò il fenomeno Sincronicità, termine che indica la tendenza dei fatti fisici (esterni) e psichici (come sogni, sensazioni, stati d’animo) ad accadere simultaneamente. In altre parole, la Sincronicità spiegherebbe il verificarsi di eventi privi apparentemente di causa ma armonici tra loro.Un celebre esempio chiarificatore possiamo trarlo dalla stessa opera che nel ’52 lo studioso dedicò all’argomento. Racconta Jung che, mentre una sua paziente gli stava narrando d’aver sognato uno scarabeo d’oro, dalla finestra cercò di entrare nello studio un insetto scarabeide: una circostanza che sembrava rimarcare l’evento interno di cui stava parlando (il sogno), rafforzandone il significato.


La difficoltà dell'interpretazione
Il sogno è l’esperienza più soggettiva e irripetibile che esista: comunemente si crede che nessuno possa assistere al sogno di un altro né ripetere i propri. Inoltre il sogno è trasmissibile soltanto attraverso la mediazione delle parole che usiamo per raccontarlo. L’interpretazione cerca poi di stabilire un nesso tra le immagini oniriche e la realtà diurna: poiché i due mondi hanno una dimensione e una struttura del tutto diverse e seguono leggi antitetiche e contraddittorie, il tentativo di equipararle risulta arduo.L’interpretazione, anche se accorda il massimo spazio all’individualità del sognante, si base su delle concezioni generali che ne condizionano il responso.All’epoca di Artemidoro si chiedeva ai sogni di predire il futuro, oggi li si interroga per scrutare i segreti del passato e dell’inconscio. In realtà, si parla della medesima cosa. Agostino diceva che “non esistono propriamente parlando tre tempi, il passato, il presente e il futuro, bensì soltanto tre presenti: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro”.


I simboli nei sogni
Affermare che “il simbolo è un qualcosa che sta al posto di qualcos’altro” può apparire di scarsa utilità alla comprensione ma, in realtà, il simbolo è esattamente e compiutamente definibile in quel modo. Pierre Emmanuel rappresenta con una metafora questo concetto: “analizzare intellettualmente un simbolo significa pelare una cipolla per trovare la cipolla. Non si può apprendere un simbolo per riduzione progressiva di ciò che non gli appartiene; esso esiste solo in virtù del contenuto sfuggente che gli è proprio. La conoscenza simbolica è una e indivisibile, può avvenire soltanto attraverso l’intuizione di quell’altro termine che essa significa e nasconde allo stesso tempo”.Per interpretare il sogno è dunque essenziale comprenderlo e comprendere i simboli in esso contenuti. In altre parole, dobbiamo trovare un punto di contatto tra la forma che il pensiero assume nel sogno e quella che esso ha nello stato di veglia. Le immagini che il nostro io notturno produce, per quanto incongruenti e bizzarre, provengono dalla medesima mente che di giorno segue tutt’altri meccanismi. Questo punto di contatto, non potendo collocarsi nella realtà, va cercato nella trasposizione simbolica, che non determina ma sollecita, suggerisce, evoca.


Ricordare e comprendere il sogno
Al risveglio è necessario esaminare ciò che si è visto in sogno, cercando di ricordare con esattezza l’ordine in cui il sogno si è svolto e di fissare nella memoria le visioni e gli oggetti che si sono visti. I particolari sono molto importanti e può essere utile riportare le varie impressioni su di un foglio di carta. Può accadere che nell’arco della giornata riaffiorino dei ricordi, ma più spesso, col trascorrere del tempo, la nostra parte cosciente interviene a modificare il sogno, togliendo o aggiungendo particolari. E’ evidente dunque l’importanza di fissare immediatamente dopo il risveglio lo svolgimento del sogno, magari prolungando di qualche istante il momento del dormiveglia per permettere il riaffiorare naturale e spontaneo delle impressioni e delle sensazioni, nonché dello stato d’animo col quale è stata vissuta l’esperienza del sogno.Importante è anche comprendere se il sogno è affettivo o intuitivo.I sogni affettivi sono quelli che derivano da sensazioni esteriori, dipendono cioè da sensazioni fisiche (caldo, freddo; rabbia; digestione; stanchezza; felicità, odio, amore; ecc.). Sono i sogni che si formano nelle prime ore di sonno, quelli che ancora risentono l’influenza delle persone o delle cose del giorno precedente.I sogni intuitivi (che potremmo paragonare ai sogni della fase REM) sono invece quelli che derivano da sensazioni interiori, dipendono cioè da sensazioni mentali, che il soggetto scopre dentro di sé. Sono i sogni che si formano nel cuore della notte e nelle prime ore del mattino, quelli che sono sicuramente i più attendibili. Solamente a questo tipo di sogni si dovrebbe attribuire un significato divinatorio.Inoltre è pensiero comune che i sogni debbano essere interpretati in senso opposto al loro significato. Questo è vero solo in casi particolari casi. In genere, è meglio seguire la legge dell’analogia, per la quale si devono individuare i rapporti tra i significati.


La consapevolezza nel sogno
Hervey de Saint-Denys
(nato a Parigi nel 1822) iniziò a occuparsi dei sogni fin da tredicenne, dedicandosi per anni e con eccezionale costanza all’autosperimentazione e all’analisi critica dei meccanismi onirici. Risultato dell’indagine furono 22 diari con la descrizione e i disegni a colori di suoi sogni relativi a 1946 notti, con una serie di commenti di tale spessore da indurlo infine a ricavarne un saggio, poi pubblicato nel 1867. La parte più interessante dell’opera è laddove l’autore rende noti gli esercizi mediante i quali, in virtù di una pratica quotidiana e ininterrotta, arrivò a prendere coscienza in sogno di star sognando, riuscendo così a manipolare le scene oniriche. Un traguardo che nelle sue sperimentazioni di ragazzino raggiunse in breve tempo, come egli stesso racconta:“Il primo sogno in cui dormendo ho avuto la sensazione precisa della mia situazione reale si situa nel mio diario alla 207° notte; il secondo alla 214°. Sei mesi dopo lo stesso fenomeno si ripresentava in media due volte ogni cinque notti. In capo a un anno tre volte su quattro. Dopo quindici mesi si manifestava pressoché quotidianamente”.Come ottenere un simile risultato? In sintesi, tre sono le condizioni per padroneggiare le illusioni del sonno:1.essere consapevoli durante il sonno che si è addormentati, abitudine che si acquisisce abbastanza in fretta semplicemente tenendo un diario dei propri sogni;2. associare certi ricordi all’evocazione di certe percezioni sensoriali, di modo che il ripresentarsi di tali sensazioni introduca nei sogni le idee-immagini che abbiamo messo in relazione con esse;3. poiché le idee-immagini contribuiscono a formare le scene dei nostri sogni, utilizzare la volontà per guidarne l’evoluzione, nel senso dell’applicazione del principio “pensare una cosa significa sognarla”.


L'Angelo, il sogno, la Cabala
Sul tema dell’angelo e il sogno riportiamo un interessante approfondimento di Harold Bloom, tratto dal suo libro “Visioni profetiche”.
Nella cittadina di Safed, nella Palestina settentrionale, la cabala conobbe uno straordinario sviluppo per tutto il XV secolo. Le figure di maggior rilievo furono Mosè Cordovero e il suo allievo Isaac Luria, senza dubbio il pensatore più originale mai apparso tra i cabalisti. Dopo Cordovero e Luria, il mistico più rinomato della scuola di Safed fu Joseph Caro, il cui impegno si rivolse principalmente alla codificazione del rituale rabbinico. L’orientamento mistico di Caro si manifestò soprattutto nella lunga frequentazione con la voce angelica, o maggid, che fungeva da sé alternativo e che gli suggerì un diario mistico. Scritto nell’aramaico dello Zohar, questo capolavoro della cabala si è conservato solo in frammenti ed è un documento sorprendente: il maggid di Caro è forse il fenomeno cabalistico più imprevedibile, essendo un angelo fatto uomo. Fino a quel momento la cabala, come il pensiero ebraico precedente, conosce angeli creati dalla parola di Dio semplicemente per adempiere una minima, specifica mansione, pratica o celebrativa, dopo di che escono di scena. Ma ora si affaccia una nuova concezione, definita così da un discepolo di Luria, Hayyim Vital:
E’ impossibile che tutto ciò che proviene dalla bocca dell’uomo sia vano, e non c’è nulla che sia del tutto inutile (…) giacché ogni parola pronunciata crea un angelo. (…) Di conseguenza, quando un uomo conduce una vita santa e giusta, studia la Legge, e prega con devozione, allora dai suoni che lui emette si creano angeli e spiriti virtuosi (…) e questi angeli sono il mistero dei maggidim, e ogni cosa (per esempio qualità e dignità di questi maggidim) dipende dalla misura di opere buone compiute.Ci sono maggidim che in qualche misura ingannano, perché nonostante siano santi e le loro radici affondino nella santità, pure l’imperfezione dell’azione umana che ha dato loro la vita ha fatto in modo che risultassero imperfetti. Tutto dipende dalla qualità dell’azione umana”.Questi angeli tardi della scuola cabalistica di Safed sono fascinosamente instancabili, in maniera conforme ai regni onirici che controllano. Gli angeli narratori danno in sogno risposte a interrogativi e irrompono nella dimensione della veglia solo quando parlano per bocca del profeta, indipendentemente dalla sua volontà. I grandi rabbini di Safed sottoponevano a vaglio intellettuale ogni maggid per stabilirne l’affidabilità e la veracità. Tuttavia, nonostante queste cautele, l’angelo narratore resta l’innovazione più sconvolgente dell’intera storia dell’angelologia. Ci stiamo muovendo verso fenomeni diversi solo per grado, non per natura, che culmineranno nella creazione del golem attribuito al rabbino cabalista di Praga Judah Low ben Bezalel. Il principio implicito è indubbiamente lo stesso, e non si può non restare stupiti di fronte all’audacia dei grandi cabalisti di Safed che rischiarono di incorrere nel peccato di sottrarre a Dio il merito della Creazione. Forse quell’azzardo spiega sia l’associazione originale da loro istituita dell’angelo narratore con il regno dell’angelo Metatron, sia la misteriosa sostituzione di Enoch al posto del profeta Elia come umano trasformato in “piccolo Jahvè”, Metatron.Essendo le parole della Torah parole di Dio, la rivelazione scioccante che gli angeli nascessero dalle sue parole poteva in qualche misura risultarne attenuata, salvo il fatto che i cabalisti leggono non solo le parole ma anche le lettere, nonché gli spazi tra le lettere e le parole, e le interpretazioni di questi vuoti generano anch’essi degli angeli. Angeli su angeli, angeli per ogni dove affollavano l’atmosfera di Safed nel Cinquecento, e i più ragguardevoli, come il maggid di Caro, facevano “formidabili promesse” in qualità di interpreti di sogni profetizzando il futuro personale. Ma il Talmud sostiene che un sogno è solo la sessantesima parte di una profezia, sicché è da presumere che anche i più santi degli angeli narratori che controllano il regno dei sogni possano sbagliarsi sul futuro. Inoltre, un angelo-interprete dei sogni la cui capacità di raggiro dipende dal grado relativo di virtù del suo creatore umano è una rappresentazione notevole della natura equivoca dei sogni, e dei pericoli insiti nelle previsioni fatte per il loro tramite. Già prima, col Talmud babilonese, l’interpretazione della natura dei sogni contrapponeva due teorie: i sogni sarebbero una concezione degli angeli oppure sarebbero attribuiti a spiriti maligni. Ma nello stesso testo, il trattato Berakhot, si riporta una storia in cui rabbi Banna’ah presenta un suo sogno a due dozzine di diversi interpreti. “Ognuno diede una versione differente, e tutte le loro interpretazioni si dimostrarono vere. (…) Tutti i sogni vanno dietro la bocca”.


Nel mondo degli esseri umanisono esistiti prima i sogni o la realtà materiale?
Una cosa è certa: il periodo in cui l’uomo si turbava meno per i suoi sogni fu quello compreso tra il Rinascimento e la scoperta dell’Inconscio e della Psicoanalisi. In tale epoca il Mondo uscì dal Medio Evo; il cordone ombelicale che univa l’uomo fisico alla trascendenza fu reciso e il Genere Umano si lanciò alla conquista del benessere materiale.In questa cavalcata frenetica verso il progresso, l’Umanità ha dimenticato i suoi sogni, li ha considerati come qualcosa di trascurabile, senza importanza, qualcosa che c’era, come il Cielo stellato, che faceva parte del paesaggio ed era così inutile da non preoccuparsene affatto. Poi è arrivato Freud a dirci che i sogni sono un “sottoprodotto” della vita quotidiana, una specie di residuo degli atti mancati della giornata. Poco prima che Freud desse un’interpretazione meccanicistica e materialistica dei sogni, Marx aveva spiegato che il pensiero viene generato dalla realtà materiale e dipende dal fatto che lo stomaco sia più o meno pieno.Il Sapere Antico, che costituisce l’aspetto Esoterico delle religioni, si rivolge alla Ragione, non alla Fede, e spiega come è costruito e funziona l’Universo. Secondo le Scienze Ermetiche, il Mondo dei Sogni rientra in un vasto continente, nel quale l’uomo ha vissuto prima di trovarsi imprigionato nella realtà fisica. Le diverse Tradizioni Esoteriche utilizzano termini differenti per designare questo continente: alcune lo chiamano Mondo Astrale, altre Mondo del Desiderio, Primo Cielo o, secondo la Cabala, Mondo delle Creazioni. Tutte però concordano sul fatto che l’uomo sia passato attraverso tale Mondo nel suo pellegrinaggio verso la Terra, verso lo Spazio Fisico in cui vive ora.In questo percorso di discesa verso il terreno delle esperienze fisiche, l’uomo, senza essere consapevole di se stesso, si è gradualmente allontanato sempre più dalla propria realtà spirituale, fino a non avere alcuna relazione con essa. E’ così che si è sentito libero e unico. Il momento di presa di coscienza del proprio essere individuale viene descritto dalla Bibbia nel racconto di Adamo ed Eva.A partire da un’esistenza spirituale, l’essere umano, spirito vergine dotato di tutte le potenzialità ma non della consapevolezza di sé, è progredito nella conoscenza del mondo materiale (il suo vero terreno d’evoluzione) e, mentre prendeva progressivamente coscienza delle realtà materiali, perdeva quella della propria realtà spirituale.Attualmente l’esigenza più urgente per l’uomo è quella di riallacciare il legame con quest’ultima dimensione, perché dobbiamo sapere che tanto la consapevolezza del proprio Sé materiale, quanto il riavvicinamento al proprio Sé divino (una volta acquisita la Conoscenza individuale frutto delle nostre esperienze) fanno parte del programma prestabilito dalle Gerarchie Creatrici (il Creatore e i suoi Angeli e Arcangeli). (…)Per millenni, le donne e gli uomini hanno vissuto senza avere una piena consapevolezza della propria esistenza materiale. In tale stato erano manipolati dalle Onde di Vita Superiori (come noi manipoliamo le Onde di Vita Inferiori: animali, vegetali e minerali).Adamo ed Eva rappresentano l’Umanità primitiva nel momento in cui essa abbandona la Vita nel Mondo dei Sogni, o Astrale, per aprire finalmente gli occhi su quello Materiale che la circonda.Il pellegrinaggio verso l’autocoscienza individuale non si è svolto in modo brutale e repentino, ma progressivo. Per un periodo molto lungo l’uomo è rimasto legato al Mondo che aveva appena lasciato, dove non aveva un rango più elevato degli attuali animali domestici e dove i Signori erano degli Esseri Superiori, più vecchi, con maggiore esperienza, che avevano già sviluppato le proprie Coscienze Creatrici: gli Angeli e gli Arcangeli. Essi furono i nostri Precettori, i nostri Consiglieri, i nostri Istruttori e, nella prima fase della nostra evoluzione (all’inizio delle nostre esperienze materiali), ci informarono sul miglior modo di agire.Per ottenere i loro preziosi consigli l’uomo doveva ritornare nel Mondo Astrale che aveva appena lasciato, e ciò poteva accadere solo di notte, mentre il corpo fisico dormiva, poiché, durante il sonno, il corpo Astrale, o Emotivo, ritorna al Mondo Astrale (o delle Emozioni). Là l’uomo poteva dialogare con gli Esseri Superiori, i veri Maestri, gli Angeli Custodi.La storia del serpente che parla a Eva per consigliarle di mangiare il frutto dell’Albero del Bene e del Male può essere interpretata come un sogno. Questo è stato il primo sogno, il sogno primordiale, e ha assestato la sferzata che ha gettato l’Umanità fuori dal paradiso psichico in cui si trovava, perché fosse lanciata nel torrente delle esperienze.Se il serpente e la mela sono stati protagonisti del primo sogno, oggetto del secondo sono gli Angeli che, armati di spade di fuoco, cacciano dal paradiso psichico l’Umanità, caduta nel Mondo Fisico.Il terzo sogno fondamentale è quello di Caino e Abele. Se consultiamo l’Alfabeto Ebraico per scoprire il significato dei loro nomi, vediamo che “Caino” significa “uomo che segue le proprie ispirazioni”, mentre “Abele” vuol dire “essere che obbedisce alla Legge”. Il conflitto tra i due fratelli – il minore (amato da Dio) e il primogenito (defraudato dei suoi diritti) – ci accompagnerà per tutta la Bibbia. Lo rivivremo con Esaù e Giacobbe, con Ismaele e Isacco, con Giuseppe e i suoi fratelli…I fratelli nemici simboleggiano due tendenze psichiche comuni a tutti gli uomini: una che porta alla conoscenza per via diretta, e l’altra che ci induce ad attendere che lo Spirito Divino ci illumini. La prima costituisce la via rapida della Conoscenza, la via luciferina (se così si può dire); la seconda è quella lenta. La prima finisce sempre per distruggere la seconda. E’ un crimine che noi tutti abbiamo perpetrato contro noi stessi.


Da Jung ai faraoni
Il sistema più efficace per ricordare i sogni è quello di essere consapevoli, prima di addormentarci, che essi si presenteranno durante la notte e di ripeterci che vogliamo averne memoria al risveglio. Pronunciando a voce alta, o almeno in modo udibile, la frase “Io voglio, al risveglio, ricordarmi i sogni della notte”, produrremo una sorta di legame tra il Conscio e l’Inconscio. Così, secondo il parere di Jung e della maggioranza degli psicologi, le sinapsi (cioè le interconnessioni dei neuroni cerebrali) saranno in grado di imprimere i sogni nella nostra memoria.Un celebre egittologo ha tramandato fino ai nostri giorni l’invocazione che si soleva pronunciare nei templi dei faraoni per ricordare le visioni e i sogni notturni. Si tratta di una preghiera per concentrare e intensificare l’attività cerebrale. Eccone i punti essenziali:

O Dio Unico, Creatore dell’Universo!

Senza Te nulla esiste.

Fondamento di ogni forma di Vita,di ogni movimento.

Padre, Madre di tutti gli umani,vengo a Te per implorare il Tuo aiuto.

Permettimi di unire il mio pensiero

al pensiero degli spiriti superiori

affinché la Luce perpetua

illumini con la sua chiarezza la mia Coscienza.

Osanna! Gloria al Creatore!

E’ molto utile pronunciare questa preghiera, che risale all’epoca di Mosè, come pure invocare il proprio Angelo (che è un’energia intelligente, cosciente, sublime, al servizio dell’uomo) il quale, secondo l’intensità dell’intenzione (chiamata “kawana” dai Cabalisti), agirà per manifestarla.


... e se sogni un Angelo...
Se gli Angeli o altri esseri spirituali intervengono nei tuoi sogni è segno che il tuo Destino Superiore è in cammino, che ti stai muovendo veramente verso l’elevatezza mentale e spirituale e che sei sul punto di scoprire un mondo più luminoso, ricco di possibilità, di opportunità e di orizzonti più vasti. Significa anche che sei stato chiamato, e che dipende solo da te diventare eletto.

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